Avete mai assaggiato le giuggiole, altrimenti dette zizzole o datteri cinesi? Sono grandi più o meno come un’oliva e di un colore che va dal verde al marrone: dipende dal grado di maturazione. Note fin dai tempi più remoti, pare arrivino dall’Africa e dalla Siria, ma oggi sono diffuse in molte altre parti del mondo, comprese l’Asia e la Cina. Anche in Italia i loro arbusti tardivi sono abbastanza diffusi: tra la fine dell’estate e l’autunno, passeggiando nei boschi, non è poi così difficile incontrarli.
Esistono le produzioni di giuggiole, ma si tratta di quantità limitate: per questo si parla spesso di “frutti dimenticati”. Con un po’ di fortuna però possiamo trovarli presso i fruttivendoli più forniti. E quindi, una volta scovate, come si mangiano le giuggiole?
Giuggiole essiccate
Quando le giuggiole sono verdi, quindi ancora un pochino acerbe, si possono mangiare al naturale. In questo momento della loro maturazione hanno una consistenza croccante e un sapore lievemente acidulo: ricordano un po’ le mele. Quando invece sono totalmente mature, risultano più morbide e soprattutto molto più dolci: il sapore in questo caso è simile a quello dei datteri.
Se vogliamo accentuare la nota zuccherina, possiamo preparare le giuggiole essiccate. Dopo averle lavate e asciugate bene, dobbiamo lasciarle nel forno ventilato a 60 °C per 7-8 ore, mantenendolo socchiuso. Ogni tanto ricordiamo di girarle.
Le giuggiole essiccate hanno un pregio: si mantengono più a lungo rispetto a quelle fresche e possiamo usarle, ad esempio, per fare un decotto o una bella tazza di tè. Oppure (dopo averle denocciolate) per farcire crostate e strudel. Un’altra dritta: sia fresche che essiccate, le giuggiole si abbinano molto bene con i formaggi stagionati.
Come si fa il liquore alle giuggiole
Di certo conoscete il vecchio modo di dire “andare in brodo di giuggiole”, che indica uno stato di estrema soddisfazione e anche felicità. Ed è legato, vien da sé, all’ottimo sapore di questi piccoli frutti. Possiamo quindi passare dalla teoria alla pratica, preparando il liquore di giuggiole: è assai gustoso e inoltre possiede un ottimo potere digestivo.
- Le giuggiole devono essere mature e prive di ammaccature: procuriamocene 500 g insieme a 1 l di alcol a 96°, 500 g di zucchero, 800 ml di acqua, 1 limone.
- Laviamo e asciughiamo le giuggiole.
- Prendiamone metà, eliminiamo i noccioli e tagliamole a pezzetti. Le altre lasciamole intere.
- Mettiamole tutte in un vasetto di vetro capiente, aggiungiamo l’alcol e la scorza grattugiata del limone, chiudiamo il vasetto.
- Lasciamo macerare per un paio di settimane, scuotendo di tanto in tanto il barattolo.
- Trascorse le due settimane, prepariamo lo sciroppo con gli 800 ml di acqua e i 500 g di zucchero.
- Filtriamo il contenuto del vasetto e uniamolo allo sciroppo, mescolando bene. Versiamo il nostro liquore in una bottiglia e chiudiamola.
- Conserviamolo in frigo: freddo è ancora più buono.
Marmellata di giuggiole fatta in casa
Per preparare la confettura di giuggiole servono 2 kg di frutti, 500 g di zucchero, 1 mela, 1 limone e mezzo bicchiere d’acqua. Laviamo i nostri piccoli frutti, priviamoli dei noccioli e mettiamoli in una pentola con l’acqua e la mela tagliata a pezzi. Uniamo anche lo zucchero, la scorza e il succo del limone. Portiamo a bollore su fuoco lento, mescolando con delicatezza e badando che il composto non si attacchi sul fondo. Quando quest’ultimo risulta consistente e ben amalgamato (ci vuole circa mezz’ora), spegniamo il fuoco.
Trasferiamo la confettura nei barattoli di vetro sterilizzati, chiudiamoli ermeticamente e capovolgiamoli. Lasciamoli così fino a quando si raffreddano del tutto. Giriamoli e verifichiamo che il sottovuoto si sia creato correttamente.
Sciroppo di giuggiole: come si fa e a cosa serve
Lo sciroppo di giuggiole è un “rimedio della nonna” per la tosse e il mal di gola, ma volendo possiamo anche consumarlo per semplice golosità. Per 1 kg di giuggiole occorrono 150 di zucchero e dell’acqua. Laviamo e asciughiamo le giuggiole, togliamo i noccioli e tagliamole a pezzetti. Mettiamole a bollire nell’acqua per un’oretta a fuoco medio; devono risultare morbide. Passiamole al setaccio e poi setacciamo nuovamente la purea così ottenuta, in modo da eliminare gli ultimi residui delle bucce.
Mettiamo la purea sul fuoco, versiamo nella pentola anche lo zucchero e un bicchiere d’acqua. Lasciamo cuocere per una ventina di minuti e poi aspettiamo che lo sciroppo si raffreddi. Trasferiamolo nelle bottigliette di vetro che abbiamo già sterilizzato e facciamole bollire per altri 20 minuti. Aspettiamo che l’acqua si raffreddi e infine togliamo le bottigliette. E voilà, lo sciroppo è servito.
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